Il trans Luxuria ha preso il posto del maestro Manzi

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«Il minore non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano lederne la dignità o turbare il suo equilibrio psicologico, e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori». Così recita la «Carta di Treviso», protocollo firmato il 5 ottobre 1990 dall’Ordine dei giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro con lo scopo di disciplinare i rapporti fra informazione e infanzia.  Il protocollo ha fissato alcune norme vincolanti di autoregolamentazione per i giornalisti italiani e, in senso lato, per tutti gli operatori di informazione. La Rai è un operatore di informazione, pagato dal contribuente italiano, eppure i minori, con il consenso dei loro genitori, sono stati utilizzati e strumentalizzati da Rai 3 sabato 19 gennaio nel corso della trasmissione «Alla lavagna!» con lo scopo di divulgare, anche fra i piccoli, la teoria del gender e l’ideologia che reputa cosa buona e bella cambiare sesso quando si vuole ( a prescindere dagli interventi chirurgici), pure da infanti, considerando altresì cosa bella e buona, pur in stato di omosessualità e lesbismo, uno o più bambini.

La trasmissione per tutti coloro che non si rassegnano alla corruzione imperante e invasiva dell’infanzia, aggredita nell’anima, nella psiche e nella mente, è da vedere ed ascoltare per intero: Alla lavagna!

Intanto, mentre scriviamo, apprendiamo la notizia dall’Ansa che l’attrice Kate Hudson con il suo “compagno” cresceranno la figlia Rani Rose come genderless. Lo ha affermato la stessa attrice durante un’intervista, sottolineando che non sa con che sesso la piccola si identificherà: «Al momento sembra incredibilmente femminile in fatto di energia, dei suoi suoni e modi». Mostruosità dei nostri giorni. Intanto in cui alcuni stati americani, fra cui California, Washington e Oregon hanno annunciato leggi che danno la possibilità a chi non vuole identificarsi come maschio o femmina di scegliere una terza categoria sul certificato di nascita. La città di New York offre l’opzione X per chi non si identifica in un particolare sesso.

Dove sono i diritti dei bambini?

Chi difenderà i bambini da questa “civiltà” che li massacra cruentemente, con l’aborto; che li relega tutto il giorno a scuola, compresi i mesi estivi, con «l’estate ragazzi»; che li passa dal padre alla madre, separati o divorziati, come pacchi postali Amazon; che li immerge in racconti violenti, con film e telegiornali-spettacolo; che li indottrina ideologicamente, con il lavaggio del cervello, attraverso la Tv, la pubblicità, Internet e social, senza freni inibitori; che sciorina sesso dal mattino alla sera attirandoli nelle discoteche, con alcol e droga, come tutti hanno potuto vedere, poco tempo fa, con i fattacci accaduti alla «Lanterna azzurra» di Corinaldo.

Tutti parlano di diritti. Nessuno guarda a quelli dei bambini, siano essi concepiti oppure già alla luce del mondo. Non importa se il bambino nasce più o meno ricco, ma è fondamentale che cresca in un ambiente sereno, di pace, di armonia, di equilibrio, dove la madre sia madre e il padre il padre, ovvero donna (non femminista, non lesbica) e uomo (non omosessuale).

La coscienza di questa inciviltà è corrotta e marcia. Usi e costumi si adeguano ad essa e gli innocenti, oggi, vengono aggrediti fisicamente – aborti e pedofilia (anche da parte di un clero non più formato secondo i criteri cattolici – e moralmente in massa, anche dentro e davanti alla Tv con un testimonial in voga e le sue favole ornitologiche.

Di fronte allo spudorato lavaggio del cervello dei minori, che d’altra parte ogni giorno a scuola ormai, fin dall’asilo, ricevono imput LGBT, è insorto Simone Pillon della Lega, vice presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. «Inaccettabili queste lezioni gender a bambini», ha dichiarato, «Luxuria racconti altrove le ‘favole dell’uccello’. Presenteremo un’interrogazione in commissione Vigilanza Rai». Il capogruppo della Lega in Vigilanza Rai, Paolo Tiramani, ha lanciato una delle accuse più forti: «Non solo è da rivedere la scelta, a mio avviso sbagliatissima, degli autori, ma come Lega ci informeremo su quanto ammonta il compenso destinato a Vladimir Luxuria per questa puntata a dir poco surreale». Mentre Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, ha predisposto un’interrogazione al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana: «Come si è permessa la Rai di promuovere questo evento, posto che l’interessato Vladimiro Guadagno in arte Luxuria è laureato in lettere e sulla materia ha l’unica competenza di essere transessuale? Quando smetterà la televisione pubblica di essere asservita a un’ideologia sconfitta dalla storia oltre che nelle urne? Siamo condannati ad avere una ‘Rai rossa’ anche con il Pd al 17%? Una cosa è parlare di politica, immigrazione, Europa, sovranismo, destra e sinistra. Un’altra è affrontare temi etici di tale rilevanza con chi ha fatto scelte personali che incidono sulla sfera sessuale e affettiva di ragazzini in piena età dello sviluppo psicologico ed emotivo» (qui).

Chi è Vladimir Luxuria, detta anche, al femminile, Vladi?

Nato Wladimiro Guadagno nel 1965, Vladimir Luxuria, nome d’arte (da notare il senso che dà a Luxuria all’interno della trasmissione di Rai 3: non lussuria, bensì «lussureggiante) viene definita: attivista, scrittrice, personaggio televisivo, drammaturga ed ex politica italiana. Iniziò la sua “carriera artistica” in Puglia, organizzando feste nella discoteca Dirty Dixy Club. Nel 1985 si trasferì a Roma, dove si laureò all’Università La Sapienza in Lingue e Letterature Straniere. Luxuria si definisce transgender, cioè la sua identità di genere non corrisponde al sesso assegnatole alla nascita. Non si è mai sottoposta a intervento chirurgico, ma ha effettuato un’operazione di elettrocoagulazione per inibire la crescita della barba e in seguito, nell’aprile del 2007, una rinoplastica e una mastoplastica. Ha dichiarato: «Si tratta di un adeguamento di genere. Adeguo la mia esteriorità alla mia interiorità».

Alla fine degli anni ottanta iniziò il suo impegno nel movimento per i “diritti” della comunità LGBT, entrando a far parte del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, di cui nel 1993 divenne direttrice artistica organizzando la serata «Muccassassina», una delle serate gay, lesbica e trans più conosciute in Italia. Insieme con Imma Battaglia e Vanni Piccolo organizzò a Roma il primo Gay Pride d’Italia, era  il 2 luglio 1994.

Poi arriva il libro autobiografico, nel 2007, dal titolo Chi ha paura della Muccassassina (Bompiani), dove racconta il suo percorso: da Foggia a Montecitorio, dove approdò con le elezioni politiche del 2006, candidata come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista e quindi eletta alla Camera dei deputati nella circoscrizione Lazio 1. Dal 6 giugno 2006 ha fatto parte della VII Commissione parlamentare Cultura, Scienza e Istruzione. È si è fregiata di essere stata la prima transgender a diventare parlamentare in Europa. Vladi scrive anche storie immaginarie di bambini, nel 2009 ha pubblicato Le favole non dette, edito da Bompiani, dedicate «agli uomini e alle donne di oggi, al mistero dell’animo umano, a quello che non si dice ma che riempie di bellezza le nostre vite». La sua notorietà cresce di anno in anno e anche Piemme decide di pubblicare un suo libro, Il coraggio di essere una farfalla.

Sulla Tv di Stato “c’era una volta” il maestro, maschio, Alberto Manzi (scomparso nel 1997) con la trasmissione Non è mai troppo tardi, andata in onda fra il 1960 e il 1968 (riprodotta all’estero in bven 72 Paesi), con la quale riuscì a far prendere a quasi un milione e mezzo di italiani la licenza elementare. Sulla Tv di Stato c’è oggi la “maestra” trans Vladi che risponde alle domande, appositamente costruite, di ignari e manipolati bambini. D’altra parte anche il presidente della Repubblica francese Macron, paladino, contro l’Europa cristiana, della liberté e del transumanesimo, si fa maestro delle famiglie omosessuali ai bambini (come dimostra questo video).

In una società dove la donna nega la sua natura materna (qui), martoriata da decenni di lotta dissennata e ribelle delle femministe, che hanno combattuto e combattono contro la donna, contro l’uomo, contro i bambini, contro la famiglia, e la figura paterna è svirilizzata, l’ideologia gender spazia e spadroneggia. Ogni mamma ed ogni papà, degni di questo nome, dovrebbe addolorarsi e allo stesso tempo indignarsi di fronte alla lezione dell’ex parlamentare di Rifondazione Comunista sulla Tv di Stato, che, commossa ed emozionata, ha spiegato ai piccoli come si diventa transessuali e che cos’è la «diversità».

Dice Gesù: «[…] chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» (Mt 18, 5-7).

Chi difende e difenderà i bambini dal totalitarismo contemporaneo? La presa di coscienza, saggia e giusta, di cos’è un bambino, fin dal suo concepimento, e di cos’è un adulto. La rivoluzione distrugge, l’armonia del creato e delle creature ristabilizza l’ordine.

 

 

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