Usi e costumi di indegni pastori nelle Case di Dio

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Che cosa farebbe Gesù di fronte allo scempio perpetrato nelle chiese?

 

Giovanni Antonio Fumiani, Cristo scaccia i mercanti dal tempio, chiesa di San Rocco, Venezia

 

«Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!» (Gv 2, 13-25).

Vescovi e parroci lasciano fare e lucrano sulle scenografie offerte dalle splendide cattedrali costruite per il culto a Dio. La terminologia anglofona del mondo dello spettacolo le chiama location, come abbiamo ricordato il 23 novembre scorso (qui). Non si tratta di forme isolate e sporadiche, ma fanno ormai parte degli usi e costumi di un mondo ecclesiastico dottrinalmente corrotto, eticamente infedele, materialista e mondano. Ecco che il 18 dicembre u.s. il pianista e crooner italo/americano Peter Cincotti, nell’ambito del Festival jazz si è esibito nella cattedrale di Foggia presentando i suoi successi, ai quali ha aggiunto dei classici canti “natalizi” con arrangiamenti personali. Allo stesso modo l’11 e il 12 dicembre si è esibita nella Cattedrale San Bartolomeo di Avezzano (l’Aquila), Patti Smith con «Words and Music» con il suo bassista Tony Shanahan. Ecco come descrive l’evento «Il Sole 24 ore», citando, profanamente, il Padre della Chiesa sant’Agostino:

«“Chi canta prega due volte”, diceva sant’Agostino. Del resto il rapporto tra musica e luoghi di culto è antico, appassionato e suggestivo: volendo mettere in fila canti gregoriani, lavori organistici di Bach e tutto quello che segue, ci si mette poco a comprendere che l’arte delle sette note deve tantissimo alla chiesa. Rock compreso.» (qui) .

Non esiste più freno: i “pastori” consegnano il sacro ai dissacratori, incassando i ricavi delle profanazioni. I Giuda contemporanei non hanno più alcun ritegno, non conoscono timor di Dio e consegnano ai neopagani le preziosità create un tempo per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime, divenute oggi luoghi di mercimonio o ristoranti dove far pranzare i poveri, come è d’abitudine per la Comunità di Sant’Egidio, tanto promossa dai palazzi vaticani. Ribalta di prim’ordine per Patti Smith e le sue sortite live è stata anche la chiesa di San Giuseppe a Brescia il 17 dicembre.

Servitori né di Cristo, né della Chiesa, ma del principe di questo mondo, si fanno beffe delle Case del Signore, proprio come è accaduto nella Cattedrale romanico-gotica di Vienna. Nel 2017 qui si era esibito, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, Thomas Neuwirth, in arte Conchita Wurst, la drag queen con la barba, divenuto/a celebre dopo aver vinto il festival «Eurovision». Alcuni giorni fa, invece, tra fumi sulfurei e luci psichedeliche, con lo scopo di promuovere un progetto contro la diffusione dell’Hiv in Sudafrica, è andata in scena un’opera rock, Jedermann, interpretata dall’attore austriaco Philipp Hochmair, protagonista di diversi film omosessuali, il quale, contornato da ballerini mascherati da demoni, ha cantato mezzo nudo alla balaustra dell’altare. Nel pubblico il compiaciuto Cardinale austriaco Christoph Schönborn insieme all’amico Gery Keszler, attivista Lgbt, promotore della raccolta fondi.

Perché raccontare questi fatti così turpi e sacrileghi? Non solo per dovere di cronaca, ma per denunciare una situazione degenerativa, atta a mobilitare il cuore non solo dei fedeli, ma di quei sacerdoti che, si spera, non siano soltanto mossi dall’obbedienza alle gerarchie per semplici ragioni di status quo occupazionale.  «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» (Mt 7, 6). 

Il silenzio è peccato di omissione e per troppi anni il mondo cattolico, di fronte ai rivoluzionari, ad eccezione di rari e lodevoli casi, è stato zitto per amor di pace e di unità, o per sindrome struzzifera.

Dio permette, Gesù, il Giudice, vede e provvederà.

 

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3 commenti su “Usi e costumi di indegni pastori nelle Case di Dio”

  1. Ne sono sempre più sicura e ne sono felice:: si tratta della GRANDE APOSTASIA, prevista da S. Paolo, che precede
    l’ATTESO RITORNO DEL NOSTRO AMATISSIMO GESU’!!!!!!
    Così sia.

    1. Dionisio Santoro

      Non sono del tutto d’accordo. Se in chiesa si cantano INNI veri e lodi a Dio, (Davide compose salmi e danzava davanti l’ARCA) anche da parte di artisti famosi, che innalzano il cuore e la mente, (ricordiamo le sacre rappresentazioni!) credo sia positivo. Il male e la cattiveria vengono dalla mente della persona. La chiesa ha dettato regole certe e rigide a questo riguardo e le ho sempre rispettate. Buon Anno 2019. fratel Dionisio s.g.

      1. Un conto, però, è comporre inni sacri per lodare Dio, mentre l’altra cosa è gabellare per inno sacro qualcosa di ontologicamente anticristiano e, in ultima analisi, blasfemo. La differenza non risiede unicamente nell’intento dell’autore, per definizione insondabile ai nostri occhi ed il cui giudizio è unicamente rimesso Dio, ma anche e, direi, soprattutto nella sua oggettività. Il criterio utilizzato dalla Chiesa, prima del Concilio Vaticano II, è sempre stato quello di favorire strumenti e generi musicali che portassero all’elevazione dello spirito e staccassero l’uomo dalla materia e dai suoi istinti, perché solo così egli può pregare, ponendosi alla presenza dell’Altissimo, e, conseguentemente, rendere gloria di Dio; si pensi, ad esempio, alla riforma liturgica di San Pio X, nella quale furono eliminate le musiche da banda e le arie di operette.
        Come principio generale, tutto ciò che esalta il ritmo rispetto alla melodia tende alla liberazione degli istinti ed è, quindi, contrario al raccoglimento ed alla preghiera; non per nulla, tutti i riti orgiastici, in ogni tempo ed in ogni luogo, sono accompagnati da “musiche” ritmate e prive di melodia. Si è, purtroppo, assistito, quanto meno a partire dalla riforma liturgica, ad un crescente slittamento della musica suonata in chiesa dalla melodia al ritmo, dal favor verso il raccoglimento a quello verso “l’esperienza sensoriale”. Tutto ciò è, inequivocabilmente, di origine satanica.

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