Lettera al Direttore di Paolo Ascheri

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Stimato Direttore,

Marco Tosatti (qui) ci dice che Monsignor Athanasius Schneider ha ricevuto l’ordine papale di non lasciare la sua diocesi senza autorizzazione. Ci potrebbe, per favore, dire di che cosa è accusato per meritare una tale punizione?

Ringraziando Lei e tutta la redazione per il lavoro finora svolto, La saluto cordialmente.

Paolo Ascheri

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Egregio Signor Ascheri,

La ringrazio del Suo cortese quesito, a cui, nello specifico, non so dare una risposta, ma che mi permette di affrontare, sia pur sommariamente, il problema della degiuridicizzazione della Chiesa.

Non sono a conoscenza né delle specifiche accuse mosse a Monsignor Schneider, né se vi siano accuse o se i provvedimenti siano stati presi in assenza di capo d’imputazione. In un mondo normale, sarebbe stato gravemente irriverente nei confronti della persona del Papa anche solo pensare come possibile un’ipotesi di questo genere, ma, nelle attuali circostanze, è assolutamente possibile pensarlo, senza ledere l’immagine del regnante Pontefice, in quanto tutta la sua opera è orientata a descrivere il diritto canonico come una riduzione normativistica, quasi farisaica. Ricordiamo, ad esempio, come Papa Francesco abbia pubblicamente avvallato tutte le decisioni prese dal defunto Commissario Apostolico nel caso dei Frati Francescani dell’Immacolata, Padre Vincenzo Volpi, decisioni che, di fatto, sono consistite in una serie di punizioni individuali e collettive, senza che esse fossero messe in correlazione con alcuna accusa.

Papa Francesco ha sempre sostenuto che l’amore deve essere anteposto, logicamente e cronologicamente, a qualunque altra cosa, quindi anche alla verità; è giunto ad affermare che, persino in Dio, la misericordia precede e sovrasta la giustizia, concetto “erroneo”, per usare un eufemismo, e palesemente blasfemo. Questo principio rende il diritto canonico non solo superfluo, ma addirittura dannoso alla vita della Chiesa.

La Chiesa, nella sua dimensione terrena, è una società perfetta e, quindi, necessita di norme che ne regolino l’agire al suo interno. Tradizionalmente, questo scopo era raggiunto tramite il diritto canonico, che, con le sue regole interne, dava a tutti i cristiani certezza dei propri doveri e dei diritti di cui ciascuno poteva godere; per evitare che la rigidità, insita in ogni ordinamento giuridico, potesse portare ad applicazioni che, nella singola fattispecie, potessero essere in contrasto con la divina volontà e, dunque, con la felicità eterna di ciascuna anima, tale diritto aveva come norma “sovra-costituzionale” il principio «salus animarum suprema lex», vale a dire l’obbligo giuridico di disapplicare qualunque norma di diritto umano (per quelle di diritto divino, ovviamente, non si pone il problema) potesse, nel caso specifico, contrastare con la salvezza dell’anima di chi era tenuto ad applicarla o di altri. Certezza del diritto e duttilità spirituale trovavano così mirabile composizione.

Tale composizione, però, si regge sulla prevalenza, logica e cronologica, della giustizia rispetto alla misericordia. Nell’ottica di Papa Bergoglio, invece, la misericordia, l’amore, che sono sentimenti, sovrastano la giustizia, che è, prima di tutto, accertamento della verità. Eliminato l’accertamento della verità come base della giustizia e, conseguentemente, come fondamento del diritto, tutto il sistema giuridico viene meno ed ogni decisione viene affidata ai sentimenti («all’amore» direbbe il Pontefice) di chi deve decidere, senza la possibilità, per chi subisce tale decisione, di potersi appellare ad alcunché di oggettivo. È così che la “reclusione” di Monsignor Schneider viene affidata ad una comunicazione orale, senza neanche l’oggettività di uno scritto; è così che si distrugge il diritto canonico matrimoniale, affidando al Vescovo la decisione, assolutamente arbitraria e senza alcun supporto di prova, sulla validità o nullità dei matrimoni…

La sostituzione del diritto con l’amore porta, inevitabilmente, a sostituire il giudizio dell’autorità con l’arbitrio del potente.

 

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1 commento su “Lettera al Direttore di Paolo Ascheri”

  1. forse ora Mons. Schneider farà definitivamente una scelta di campo, solo per Gesù, sempre per Gesù, per la Tradizione e per la unica e vera S.Messa in rito antico, e non più in difesa per il CVII°….

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