Lettera al Direttore di Roberto Fucini

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Gentile Direttore,

come valuta il comportamento politico di Forza Italia, che, da quando c’è Tajani, sembra il megafono della Merkel e di Junker? Che cos’è successo a Berlusconi?

AugurandoLe buon lavoro, La saluto cordialmente.

Roberto Fucini, agente di commercio

 

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Egregio Signor Fucini,

il comportamento di Forza Italia non trova nessuna giustificazione razionale e condanna questa formazione politica alla totale irrilevanza politica.

Il ruolo tradizionale di questo partito era quello di guida del centro-destra, idea politica concepita e realizzata da Silvio Berlusconi, per contrastare quella che appariva l’inevitabile vittoria della «gioiosa macchina da guerra» di Achille Occhetto, nel 1994. Da quel momento ha rappresentato le speranze di tantissimi italiani «non di sinistra». Il suo leader e capo indiscusso ha “sdoganato” gli ex-missini di Alleanza Nazionale; si è inimicato persone potenti in Italia, in Europa e nel mondo; si è anche, in alcuni momenti, inimicato l’Unione europea; poi è arrivato il 2011…

In quell’anno, l’Unione europea decide di far cadere il governo Berlusconi e di imporre un suo uomo, il professor Mario Monti, per iniziare l’opera di smantellamento dell’economia italiana e di immiserire il popolo italiano; arriva la famosa lettera della Banca centrale europea, che intima la politica economica «lacrime e sangue» da imporre agli italiani. A suo onore, bisogna dire che Silvio Berlusconi non si piega e non stringe intorno al collo del suo popolo il nodo scorsoio preparato dagli eurocrati di Bruxelles e dai “tecnici” di Francoforte. Poi, però, mentre gode della fiducia di entrambe le Camere, viene convocato dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lo “convince” a dimettersi. E non basta ancora: dopo essersi dimesso, fa sì che Forza Italia voti la fiducia al governo Monti.

Da quel momento la politica di Forza Italia diviene incomprensibile: progressivamente attenua, sia pure con fasi alterne, il suo livello di opposizione ai Governi che incarnano la longa manus dell’Unione europea, fino al «patto del Nazareno» (18 gennaio 2014), con il quale Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si accordano per le riforme istituzionali; con l’elezione, nel febbraio dell’anno successivo, a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella, nome, tra l’altro, incredibilmente gradito al presidente degli azzurri, pare che Forza Italia riprenda un minimo di atteggiamento di opposizione. Alle elezioni politiche si ripresenta un centro-destra unito, ma, addirittura, su posizioni fortemente egemonizzato dalla Lega. Dopo le elezioni del 4 marzo u.s., Berlusconi avalla il tentativo di Salvini di formare un governo con il Movimento 5 Stelle, ma, una volta che questo è nato, Forza Italia diviene il partito più europeista presenti in Parlamento, superando addirittura il tramortito Pd; apice di questo mutamento è la nomina a vicepresidente del partito di Antonio Tajani (5 luglio 2018), Presidente del Parlamento europeo e voce del Partito popolare europeo all’interno di Forza Italia.

Questo appiattimento di Forza Italia sulle posizioni del Pd renziano li «condusse […] ad una morte»[1].

 

[1] Inferno, V, 106.

 

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