L’Annunciazione di Domenico Beccafumi

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Domenico Beccafumi, olio su tavola, 237 x 222 cm,  1546 circa, chiesa di San Martino in Foro di Sarteano

 

La pala, una delle ultime opere pittoriche di Domenico Beccafumi (1486 –  1551), è ricordata in un documento del 1548 come realizzata per un tale Gabriello di Sarteano e, dopo due anni, non ancora pagata: di ciò si lamentava il pittore coi governatori di Siena. Nel documento si legge anche che era stata allogata verso il 1545 e vi si accenna inoltre a più figure che dovevano esser presenti in una predella, oggi andata perduta.

In uno scenario su uno scenario teatrale aperto su un paesaggio ispirato dal Perugino, il pittore toscano creò la sua Annunciazione con una complessa orchestrazione di luci incidenti e baluginii, che accende colori cangianti e non convenzionali. Non proviene infatti dall’apertura sul cielo nello sfondo il fascio che rischiara Maria, ma da destra, proiettando un’ombra netta sul pavimento e rischiarando anche l’angelo, in volo a sinistra. Si tratta di un’angolazioine molto originale, probabilmente legata alla disposizione della pala nella chiesa, poiché tradizionalmente è da dietro l’angelo che proviene la luce, simboleggiante la volontà divina.

In alto, nella zona ombrosa, appare invece la colomba dello Spirito Santo. Il gesto di ritrosia di Maria cita riprende la celebre Annunciazione di Simone Martini, già nel Duomo di Siena. Il senso teatrale dell’insieme è sottolineato dal drappo verde, avvolto nel registro superiore, come una sorta di sipario.

 

 

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